I risultati elettorali registrati ieri, al turno di ballottaggio confermano e rafforzano la tendenza, già espressa nel primo turno, della crescita dello schieramento delle forze progressiste e democratiche in Calabria.
Dopo il successo elettorale conseguito, qualche mese addietro, alle amministrative a Cosenza, con la elezione dell’unico sindaco socialista tra le città capoluogo in Italia, l’alleanza di centrosinistra si afferma, oggi, a Catanzaro, con un risultato perfino sorprendente. L’esito elettorale della città capoluogo di regione non era affatto scontato. L’ampia maggioranza, ottenuta da Nicola Fiorita, ha sancito il valore di una alleanza elettorale che va oltre lo schema classico dello schieramento di centrosinistra e che, invece, è capace di intercettare forze e movimenti civici riconosciuti come realtà autenticamente rappresentanti di bisogni sociali e territoriali.
Non meno significativi i successi di Acri e Paola, gli altri due comuni calabresi dove si è svolto il turno di ballottaggio. Questi risultati sanciscono l’emergere in Calabria di una tendenza elettorale omogenea, a conferma della forza di attrazione dello schieramento di cui il PD è la principale forza motrice.
A questo proposito non è da sottovalutare il messaggio di unità che è stato trasmesso, attraverso il progetto politico e con la elezione degli organismi dirigenti, a partire da quella del segretario regionale e di tutte le federazioni provinciali, dai recenti congressi del PD.
L’opera di rigenerazione voluta ed avviata da Nicola Irto sta prendendo corpo.
La rigenerazione è possibile se non è interpretata dalla voce del populismo urlato, ma da una opera di rinnovamento credibile non solo per tentare di vincere le elezioni, ma affidabile anche e soprattutto per un governo del cambiamento. Alla luce dei recenti successi alle elezioni amministrative non è azzardato affermare che in Calabria si vanno creando le condizioni perché l’alleanza delle forze progressiste possa essere sempre più espressione di un “patto riformista”, da declinare attraverso un modello elettorale partecipativo, aperto, plurale, unitario e dal profilo programmatico, politico-culturale capace di intercettare la domanda di nuovi bisogni sociali e le ansie di cambiamento rivolte verso il futuro.