La forza dell’innovazione tecnologica per la tutela della salute

L’innovazione tecnologica oggi s’impone come vero grande tema su cui i Paesi costruiscono il proprio sviluppo e giocano la partita con il futuro in ogni segmento del vivere comune, dai trasporti alla sicurezza nazionale, alle nuove competenze da innestare nella pubblica amministrazione, per renderla più efficiente e soprattutto più a misura del cittadino.
In questo perimetro, s’inserisce la grande forza espansiva che le nuove tecnologie possono e devono avere nel campo della tutela della salute.
Ho dato con piacere il mio contributo al convegno “Il ruolo dell’innovazione di processo e tecnologica nelle erogazioni delle prestazione sanitarie nel Servizio Sanitario Nazionale” nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, nel corso del quale ho avuto modo di ribadire come il connubio tra l’Intelligenza Artificiale, Internet delle cose e la tecnologia 5G potrebbe migliorare il settore sanitario, con potenzialità enormi sul fronte della prevenzione e della cura.
Pensiamo soltanto a quanti passi in avanti potranno compiersi, incrociando l’analisi dei Big Data alla storia clinica dei pazienti, alla diagnosi e prevenzione di malattie/epidemie precoci e precise, alla somministrazione di cure personalizzate su base genetica.
Fulcro del processo di trasformazione di una medicina sempre più personalizzata è senza dubbio il fascicolo sanitario elettronico che dà accesso a dati clinici del cittadino e garantisce monitoraggi specifici, ad esempio tramite l’applicazione di sensori.
Il 5g, ancora, sarà uno strumento avanzato di integrazione fra rete fissa e mobile e quindi abbasserà la latenza, offrendo la contemporaneità e la simultanea condivisione di dati, immagini e informazioni.
Questo strumento potrebbe avere sorprendenti applicazioni nella telemedicina. Per non parlare delle straordinarie opportunità legate all’uso della robotica applicata alla chirurgia ospedaliera locale e a distanza.
Da considerare, poi, tutti gli aspetti economici: un articolo di ricerca di Accenture ha dimostrato che le applicazioni cliniche chiave dell’AI sanitaria possono potenzialmente creare 150 miliardi di dollari di risparmi annuali per l’economia sanitaria statunitense entro il 2026. Con un primo investimento iniziale, sarà quindi in seguito possibile ammortizzare i costi.
Cosa fare, dunque, per legare sempre più il destino dell’Italia alla grande piattaforma delle nuove tecnologie e delle innovazioni digitali?
In Italia, per fortuna, non partiamo da zero grazie all’accelerata che il Governo ha dato dal 2014 in poi per superare un clamoroso ritardo dell’Italia su questo tema. Ma occorre lavorare ancora molto e su più fronti. Serve investire, per – studi alla mano – risparmiare in futuro.
Senza dubbio è necessario un cambio di mentalità nella pubblica amministrazione, nelle imprese e nella formazione di nuove competenze. Perché in ballo vi è una nuova visione del mondo da interpretare e realizzare al più presto.

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