Il governo e il percorso di stabilizzazione degli Lsu

Oggi ancora una buona notizia per gli Lsu Lpu calabresi ma come sempre solo da parte della Regione e del presidente Oliverio. La Giunta Regionale ha infatti approvato la delibera della storicizzazione delle risorse finanziare stanziate nel bilancio regionale.
Ora la palla passa al Governo nazionale e al ministro del Lavoro Di Maio, che ci devono spiegare come non mandare in fumo il duro lavoro fatto dai precedenti Governi a guida Pd e dalla Regione Calabria.
E’ bene fare una rapida cronistoria sul destino di questi lavoratori. Dopo 15 anni di lavoro precario nella PA, dall’1 gennaio 2015 (grazie al Governo Renzi) gli Lsu Lpu calabresi hanno avuto un contratto a tempo determinato propedeutico alla stabilizzazione. Da allora, ogni anno i Governi Pd per quatto anni hanno investito 50 milioni su questo processo e la Regione Calabria del presidente Oliverio 39 milioni, oggi storicizzati.
Il governo Lega-5 stelle, invece, che fa? Se ne frega e mette a rischio il destino di centinaia di lavoratori:
prima taglia la durata dei contratti e poi impone di fare i concorsi per le stabilizzazioni.

Cronistoria del destino degli LSU

Vorrei ricordare al Ministro del lavoro Di Maio che in Calabria i Lavoratori socialmente utili e quelli di pubblica utilità, per come definiti da due leggi dello Stato: D.L.81 del 2000 e dal D.L. 280 del 1997, sono 4.536 persone.

Questi lavoratori hanno prestano servizio nelle pubbliche amministrazioni calabresi per circa 15 anni e, finalmente, dal 1 gennaio 2015 sono stati assunti con contratti a tempo determinato in applicazione dell’articolo 1, comma 207, della legge 27 dicembre 2013, n. 147(la prima legge di bilancio del primo governo PD della scorsa legislatura) e inquadrati secondo le categorie di avviamento dei progetti d’origine di utilizzo.

Dal 2015 la regione Calabria del Presidente Oliverio ha stanziato ogni anno dal proprio bilancio €39.000.000 per i lavoratori in questione e ha avuto riconosciute dai governi PD nel bilancio dello Stato, per quattro annualità, risorse pari a € 50.000.000, funzionali al processo di stabilizzazione di questi lavoratori insieme alle deroghe necessarie alla proroga dei contratti a tempo determinato sino al 31 dicembre 2018.

Nel corso di questi 4 anni si sono registrate stabilizzazioni pari a circa mille unità ma, con l’avvento del nuovo governo questo processo virtuoso è stato messo a rischio.

Infatti, con la legge di bilancio 2019 (n. 145 dicembre 2018), la prima legge di bilancio del cosiddetto “governo del cambiamento”, le risorse nazionali si sono ridotte e le procedure utili alla stabilizzazione dei lavoratori Lsu e Lpu sono state modificate in maniera parziale e inadeguata e, contestualmente, è stata prevista la proroga dei contratti a tempo determinato non più fino a dicembre ma fino al 31 ottobre 2019.

In particolare, l’articolo 1, commi 446, 447 e 448 della legge 145, prevede che il processo di stabilizzazione dovrà attuarsi attraverso procedure concorsuali e/o selettive, a seconda del profilo professionale richiesto.
E, ai fini della predisposizione di questi bandi, il dipartimento della funzione pubblica dovrebbe procedere, mediante il portale «mobilita.gov.it», alla ricognizione dei posti che le pubbliche amministrazioni di cui al comma 446 rendono disponibili, nel triennio 2019-2021, per le assunzioni a tempo indeterminato.

Questo sovrapporsi di norme ha impedito che gli enti locali calabresi interessati potessero procedere ad ulteriori stabilizzazioni dei lavoratori Lsu e Lpu mediante assunzione diretta come era avvenuto negli anni passati fino al 2018, e nulla è stato disposto in deroga ai ruoli delle piante organiche per poter consentire la collocazione dei lavoratori compresi nel bacino.

Interrogazione parlamentare a favore della stabilizzazione degli LSU

Per questi motivi, il 16 aprile ho interrogato il governo nazionale per avere chiarimenti su quali siano i termini di applicazione della normativa prevista dalla legge n. 145 del 2018, su quali ulteriori iniziative il governo intenda assumere per il processo di stabilizzazione dei lavoratori Lsu e Lpu e se risulti plausibile, considerati i ritardi, la data del 31 ottobre 2019 come termine ultimo della deroga o sia necessario adottare iniziative per una ulteriore proroga.

Ad oggi questa interrogazione parlamentare non ha trovato alcuna risposta e sono ancora più  preoccupata in considerazione delle dichiarazioni del presidente Conte che, interpellato direttamente in pubblica piazza a Reggio Calabria da alcuni lavoratori Lsu e Lpu, ha proposto loro di richiedere il reddito di cittadinanza, a riprova del fatto che nel governo vige la più completa confusione, ignoranza se non addirittura malafede.

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