Tar del Friuli: Non si possono chiudere gli uffici postali periferici

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Il piano di razionalizzazione di Poste italiane deve essere ripensato.
Comunicato dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della Montagna.
Enrico Borghi: Sentenza TAR del Friuli Venezia Giulia su Poste deve essere inizio di un ripensamento del piano di razionalizzazione.
Il presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della Montagna esprime soddisfazione per quanto stabilito dai giudici friulani.
Esprime soddisfazione il Presidente dell’Intergruppo per lo Sviluppo della Montagna On. Enrico Borghi per la decisione del TAR del Friuli Venezia Giulia in merito alla nota vicenda della chiusura degli uffici di Poste Italiane nei piccoli paesi di Montagna.
Infatti con sentenza n° 332 del 15 Luglio il TAR del Friuli ha accolto il ricorso proposto dal comune di Buja in provincia di Udine, annullando i provvedimenti con i quali Poste Italiane, in applicazione del piano di riorganizzazione degli uffici postali, aveva chiuso due uffici postali in due frazioni del Comune.
Dalla lettura della sentenza, infatti, emerge con chiarezza inequivocabile come i giudici friulani abbiano affermato che l’esigenza di risparmiare può essere un fattore di valutazione da parte di Poste Italiane ma non può prevalere sull’interesse pubblico allo svolgimento del servizio universale.
Per questi motivi, sempre nella sentenza si legge come debba tenersi in seria e doverosa considerazione la situazione geografica e orografica dei singoli territori interessati dal piano di razionalizzazione nonchè le proposte che dai comuni interessati dovessero giungere.
E’ inoltre da sottolineare come il Comune di Buja, nel suo ricorso, contestava, tra le altre cose, il fatto che con la chiusura dei due uffici un’intera parte del territorio comunale risultasse sprovvista di presidi e, contestualmente, Poste non avesse previsto un potenziamento dell’unico ufficio postale rimasto sul territorio comunale.
“La sentenza del Tar Friuli Venezia Giulia e’ di un assoluto rilievo – commenta il parlamentare del Partito Democratico – perché da’ una veste giuridica ai temi sollevati dall’intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna nelle scorse settimane, in occasione dell’avviata privatizzazione di Poste Italiane Spa cui non è seguita ancora una liberalizzazione del mercato per assicurare, in ogni caso, la prestazione del servizio.”
“Vi sono alcuni passaggi, in questa ordinanza del TAR, di assoluto rilievo” continua Borghi –“ Anzitutto si sancisce il servizio postale e’ un servizio di interesse pubblico, ancorché gestito da soggetto privato, in quanto oggetto di concessione di pubblico servizio alla quale, aggiungo, è legato anche un contributo specifico della legge di stabilità. E si riconferma la natura giuridica del Comune quale espressione di una collettività che ha evidente interesse ad avere parità di trattamento per i propri cittadini. Ma vi è’ un altro importantissimo passaggio, in questa sentenza. E cioè che l’aspetto economico non può essere considerato ne’ esclusivo ne’ prevalente nell’interesse pubblico allo svolgimento corretto di un servizio universale come va considerato il servizio postale. Partendo da qui, il giudice amministrativo riconosce implicitamente il diritto dei territori montani sancito dall’articolo 44 della Costituzione, laddove richiama il fatto che il dato economico ovvero quello della distanza non può essere superato né come assoluto né come di automatica applicazione, ma deve essere rapportato alla situazione geografica e orografica di alcune zone, anche per raggiungere un equilibrio e un bilanciamento tra gli interessi degli utenti e quelli dell’azienda.”
“C’è quindi materia – conclude il Capogruppo del PD in Commissione Ambiente – per Poste Italiane Spa e per il suo azionista Ministero dell’Economia, di riconsiderare chiusure e soppressioni di servizio attuate in questi giorni con sufficienza e senza il dovuto rispetto per i territori, utenti ed espressioni parlamentari”.

COMUNICATO IN PDF (Clicca per scaricare)
Comunicato stampa su sentenza TAR Friuli Poste

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