L’Europa dell’economia reale e dell’equità sociale

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“Chi sono i veri europeisti in questa campagna elettorale: non quelli che in nome dell’Europa perseguono politiche di diseguaglianza che fanno cadere l’Europa dal cuore e dal consenso dei cittadini, ma piuttosto quelli che vogliono rompere l’identificazione perversa tra l’Europa politica e il regime neo-liberista perfettamente realizzato.
In realtà si vota perché in Italia e in tutto lo spazio europeo si diano soldi, cioè euro, ai cittadini e alle imprese per vivere con dignità e fare investimenti o invece perché i soldi restino a giacere nelle banche, siano presi in ostaggio dai cosiddetti “debiti sovrani”, che come i vecchi sovrani andrebbero deposti dai troni, o siano resi immateriali nelle grandi speculazioni realizzate col clic dei computer, per alimentare immensi capitali finanziari con cui si giocano la potenza e l’egemonia di questo o quel Paese nel mercato mondiale.
Rimettere i soldi nelle mani dei cittadini, grazie al loro lavoro, non crea né inflazione né debito, se all’aumento delle risorse corrisponde l’incremento dei beni prodotti, dei beni consumati e scambiati, e della qualità della vita di tutti. Questo, un tempo, gli economisti l’avevano capito.
Anche il presidente uscente del cosiddetto “Eurogruppo”, Jean Claude Juncker, ha lanciato l’allarme sulla “tragedia della disoccupazione in Europa, che non ci possiamo permettere”, e lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto di avere sbagliato i conti quando ha sostenuto che i tagli della spesa pubblica facessero diminuire il debito. Lo stesso Juncker ha proposto che per assicurare dignità di vita a tutti gli abitanti d’Europa, venga istituito un reddito minimo che sia garantito a tutti proprio come attuazione effettiva dei diritti fondamentali di ogni persona, ciò in cui consiste la vera gloria dell’Europa.”
Raniero La Valle

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