Melissa simbolo del Sud e della storia della sinistra: 70 anni dell’eccidio che segnò i diritti degli ultimi

Melissa simbolo del Sud e della storia della sinistra

Ricordare l’eccidio di Melissa vuol dire incrociare la storia del nostro Paese: in questo pezzo di terra assolata di Calabria si è formata una straordinaria esperienza di lotta, ribellione, sangue e giustizia sociale.
Non solo per Melissa e la Calabria ma per l’Italia intera.

La Storia: dall’eccidio alla dimensione internazionale del movimento di lotta popolare

Quel 29 ottobre del 1949, oramai 70 anni fa, Angelina, Giovanni e Francesco morirono per colpa del braccio violento dello Stato ma insieme e grazie a loro morirono anche gli odiosi privilegi dei padroni, di chi li voleva subalterni e miseri, per sempre piegati dalla fatica dei campi.
Il movimento contadino che all’epoca ha unito il Sud – un movimento non frastagliato ma ben organizzato, paragonabile a quello operaio del nord italia, e supportato da sindacati e dal Partito Comunista – ha lottato per la riappropriazione di terre incolte e solo dopo l’uccisione dei tre contadini a Fragalà ha penetrato la coltre del silenzio e dell’indifferenza e imposto al dibattito pubblico e politico dell’epoca il tema delle rivendicazioni contadine.
Un sacrificio, dunque, tanto più significativo perché avvenne all’indomani della sconfitta elettorale del movimento contadino alle politiche del ’48, che è tornato alla ribalta proprio in seguito a questo drammatico evento e ad altri che si sono susseguiti nel resto della penisola e che hanno contribuito a dare dimensione internazionale al movimento di lotta popolare.

La storia: dopo la tragedia le leggi e il cambiamento politico-culturale

Melissa rappresenta uno spartiacque per la storia del movimento contadino nella prova di forza con il Governo. Un sacrificio che si può dire non fu vano perché contribuì a reggere gli equilibri dello Stato democratico. I contadini trovarono per la prima volta la legittimazione della loro richiesta di assegnazione di terreni incolti in leggi di uno Stato non più percepito come nemico anche grazie all’emanazione dei decreti Gullo prima del 48.
Grazie a quei decreti il movimento che decise la lotta su Fragalà dal 24 ottobre era un movimento organizzato, non ribellista, come se ne erano verificati altri nel primo dopo guerra, un movimento che aveva sentito lo Stato vicino e pensava di esserne parte. Venne redatta ad hoc una legge: la legge Sila per il latifondo, che seppur non riuscì nell’obiettivo di una riforma agraria organica, contribuì ad avvicinare le persone comuni al senso delle istituzioni. Quella tragedia segnò il passaggio alla modernità, non per la ricaduta positiva economica che non si ebbe, ma quanto per l’apporto culturale e il cambiamento politico e sociale dopo lunghissimi anni di immobilismo.
Si è detto che l’eccidio del feudo Fragalà abbia spalancato le porte del Mezzogiorno agli italiani, perché dopo quella strage i più grandi giornalisti del momento documentarono una verità sconosciuta: le misere condizioni di vita e di estrema povertà in cui versavano quei territori.

Quel divario tra nord e sud che persiste e il nuovo Governo per il riscatto del Mezzogiorno

Questo anniversario deve servire da momento di riflessione perché le radici dell’attuale divario nord- sud vennero gettate nelle scelte operate in quel momento storico, nelle risposte parziali di politiche assistenzialistiche e clientelari insufficienti a soddisfare speranze di sviluppo produttivo. La massiccia emigrazione verso nord, poi spostò il problema, senza risolverlo. E ad oggi il mancato sviluppo infrastrutturale ancora pesa e contribuisce a una rappresentazione falsata del sud come parassitario e lavativo, quando in parte risulta vittima dello sfruttamento di quel modello di sviluppo. È necessario invertire la rotta e far sì che funzioni la filiera istituzionale, che il neonato Governo trovi la propria ragion d’essere anche nel riscatto di un Mezzogiorno non più marginale, ma pezzo strategico del sistema Paese, così come una forza di sinistra può dirsi tale, se e solo se, dà voce agli interessi collettivi dei più deboli e si occupa compiutamente di giustizia sociale. Degli oppressi – valeva ieri e ancora oggi – faremo una nazione.

Galleria fotografica

Intervento Enza Bruno Bossio [VIDEO]

Intervento di Franco Ambrogio

Rassegna su celebrazione 70° anniversario – Enza Bruno Bossio

L’insegnamento dei tre contadini uccisi – Quotidiano del sud 30 ottobre

Eccidio Fragalà, Oliverio: “Melissa è il simbolo di una Calabria che vuole cambiare”- Il cirotano.it

70 anni fa l’eccidio di Melissa: un evento spartiacque di Feltri e Ambrogio – Quotidiano del Sud 27 ottobre

Documentazione

Articolo L’unità 17 novembre 1974

Articolo L’unità 28 ottobre 1979

Articolo L’unità 3 novembre 1949

Articolo L’unità 9 novembre 1949

Articolo L’Unità 30 ottobre 1969

Articolo L’Unità 1 novembre 1949

Articolo L’Unità 4 novembre 1949

Articolo L’Unità 16 novembre 1949

 

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