Per il Decreto Genova serve il cuore (e finora ne hanno dimostrato poco) ma soprattutto la testa

Stamattina in commissioni riunite Ambiente e Trasporti ho assistito all’audizione del presidente dell’Anticorruzione, Cantone, che ha fortemente criticato il Decreto Genova.

Le critiche mosse riguardano il pericolo connesso al rischio di un aumento di contenziosi a causa dell’assenza di regole precise e puntuali che dettino l’azione del Commissario governativo, col rischio di rendere annullabili tutti i suoi atti e alle deroghe del codice Antimafia.

Il Governo, dopo mesi di annunci e promesse, ha partorito un decreto che dimentica i principi generali del nostro ordinamento, come ha dovuto sottolineare Cantone ricordano principi costituzionali che un amministratore dovrebbe conoscere da tempo e non apprendere sulla pelle degli italiani.

Siamo tornati all’età della pietra dell’amministrazione!

Sono passati inutilmente 60 giorni e oggi di fronte alle obiezioni dei diversi attori, compreso il sindaco di Genova, ci dicono che bisogna fare in fretta! Ma se si lavora con questo dilettantismo il rischio drammatico potrebbe essere quello di non veder mai realizzato il nuovo ponte.

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