Sulla Tendopoli di San Ferdinando alcune precisazioni e proposte

Innanzitutto chiariamo un concetto: nessuno in questi anni si è girato dall’altra parte. Né il sindaco di San Ferdinando, né il presidente della Regione, né il Governo e tutto sommato nemmeno la prefettura.
Infatti nel 2016 è stata costruita dalla Regione, che non ha nessuna competenza sull’argomento, una nuova tendopoli che doveva sostituire la vergogna della baraccopoli. Purtroppo però, siccome non è stato demolito il vecchio insediamento, si sono riempite entrambe, la vecchia e la nuova. La prima domanda è: perché si riempiono queste tendopoli? Perché arrivano dall’Africa ma anche da tutt’Italia, qui, come in Puglia o in Campania per lavorare come braccianti stagionali. Da noi soprattutto d’inverno per le arance. Ma nei fatti diventano stanziali. Però non guadagnano abbastanza per pagarsi l’affitto e quindi vivono in questi posti che per loro rappresentano dei rifugi.
Ieri come parlamentari PD siamo andati innanzitutto a portare solidarietà verso un ragazzo morto lontano dalla sua terra, sparato come fosse un animale, anche a causa dell’odio sociale che certa propaganda politica arma ogni giorno sui social e sui media.
Abbiamo visitato le tendopoli di San Ferdinando dove viveva Sacko. La questura e la prefettura  si erano impegnate a smantellare quella irregolare, ma ad oggi ancora persiste questa vergogna.
In questa situazione, spesso incontrollata, dobbiamo ringraziare le associazioni che svolgono un ruolo umanitario straordinario.
Ieri pomeriggio ci siamo poi recati in prefettura per chiedere al prefetto  di intervenire nuovamente. Lui ha garantito che convocherà di nuovo un tavolo tecnico martedì mattina con questura, sindacati, Regione e organizzazioni dei datori di lavoro. Come parlamentari Pd abbiamo dato la nostra massima disponibilità per trovare una soluzione che provi a risolvere i problemi che sono tanti e complessi.
Nell’agosto 2017 il ministro Minniti ha nominato  commissario prefettizio “per il superamento delle situazioni di particolare degrado per l’area del Comune di San Ferdinando” Andrea Polichetti.
La Regione Calabria, di concerto con il commissario e la Prefettura di Reggio Calabria, ha preliminarmente avviato una fase di confronto con i portatori d’interessi (associazioni, sindacati, datori di lavoro e istituzioni) per avviare i progetti previsti da un Fondo emergenziale del Ministero dell’interno (FAMI) finalizzati proprio al miglioramento della condizione abitativa e all’emersione del lavoro nero e irregolare.
Si stanno già sperimentando soluzioni innovative come quelle di Drosi, frazione di Rizziconi, dove, grazie ad un Fondo di garanzia della Caritas, alcuni immigrati vivono nelle case sfitte pagando una quota di 50 euro al mese a persona.
In più è necessario intensificare i controlli già previsti dalla legge Martina, sul contrasto al caporalato e al lavoro nero.
La nostra presenza di ieri non è stata dunque estemporanea.
Vogliamo continuare il lavoro svolto dalla Regione e dai nostri bravi sindaci, come quello di San Ferdinando, perché questa situazione possa essere assolutamente transitoria.

IL MODELLO DROSI
Articolo de “Il Fatto Quotidiano”

DECRETO NOMINA PREF. ANDREA POLICHETTI PER SAN FERDINANDO
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10 agosto 2017

RASSEGNA STAMPA
Il Quotidiano del 10 giugno 2018 

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