Indispensabile assicurare diritto allo studio per tutti

Scuola in carcere
Il MIUR risponde ad una mia interrogazione sul caso di un minore detenuto a Catanzaro
Il MIUR ha risposto ad una mia interrogazione con la quale chiedevo spiegazioni in merito alla mancata attivazione del corso di studio superiore per un minore detenuto presso l’IPM di Catanzaro.
Il sottosegretario Angela D’Onghia mi ma risposto che dare priorità all’istruzione e alla formazione per salvaguardare il diritto allo studio di chi si trova negli istituti di pena quale strumento fondamentale della natura rieducativa, e considera obiettivo primario quello di garantire il diritto all’istruzione e alla formazione per tutti.
E’ evidente che il “diritto/dovere” – ha proseguito Angela D’Onghia – allo studio acquisti una dimensione del tutto speciale per gli individui in condizioni di permanente o temporaneo disagio, nello specifico per quanti, adulti o minori, siano soggetti a restrizione della libertà personale nelle strutture carcerarie o a misure alternative o cautelari non detentive.
Per questo, sulla vicenda del carcere minorile di Catanzaro, il 31 ottobre scorso il Miur ha autorizzato un ulteriore posto di personale docente per l’anno scolastico 2014/2015 ed in seguito, il 4 dicembre 2014, ha autorizzato l’ufficio scolastico regionale ad istituire ulteriori quattro posti di personale docente presso le istituzioni scolastiche della provincia di Catanzaro.
Devo dire che la risposta non è stata soddisfacente per l’evidente ragione che la vicenda da me sollevata poteva essere risolta in tempi molto più rapidi e senza la necessità di portarla nelle aule parlamentari.
È forte il sospetto, invece, che è stata proprio la nostra iniziativa a determinare la soluzione alla quale siamo pervenuti, dal momento che il minore in questione ha cominciato le lezioni solo due giorni fa, il 9 dicembre, perdendo ben tre mesi della scuola che aveva chiesto e alla quale aveva diritto.
Non è accettabile che dalla richiesta di attivazione del corso da parte del direttore dell’IPM di Catanzaro siano stati necessari 6 mesi.
Questa vicenda, dunque, deve servire da insegnamento affinché inadempienze, ritardi o semplici rimpalli burocratici possano tradursi in diritti violati o negati.
scuola in carcere 2

IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE E DELLA RISPOSTA (Clicca per scaricare)
ATTO CAMERA 5 03928

RASSEGNA STAMPA
Policy del 12 dicembre 2014

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