Da Gaza alla guerra piddina

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Senza di lei in Parlamento, a rappresentare la Calabria, potremmo dire che sarebbe calma piatta; infaticabile Enza Bruno Bossio, sempre presente sui territori, laddove c’è un’emergenza. L’agosto della parlamentare è stato “torrido”: da Gaza al carcere di Rossano e poi il caso Primarie del centrosinistra che ha seguito sin dall’inizio, insieme a tutti i contrasti e gli sgambetti in atto all’interno del suo partito, il PD.

Intervista di Francesca Gabriele

I primissimi giorni di agosto una parlamentare calabrese, invece, di pensare ad andare in vacanza prepara un borsone e decide di esser parte della delegazione di deputati che sta per recarsi non in un posto qualsiasi, ma a Gaza. Raccontiamo ai lettori di Vortex che cosa hanno visto i suoi occhi…

È stata un’esperienza fortissima. Il muro, le divisioni, i diritti negati di un popolo sono state le sensazioni immediate appena ho incominciato a percorre la strada da Tel Aviv verso Gerusalemme. Impressioni rafforzate ad Hebron (città palestinese in territorio palestinese) dove ho fotografato e filmato l’impossibilità dei cittadini palestinesi di attraversare le proprie strade, i propri mercati, di vivere nelle proprie case occupate dai cosiddetti coloni israeliani, formalmente fuorilegge, ma sostanzialmente padroni di una città assegnata ad altri da un trattato internazionale. E poi a Bettlemme dove ho ascoltato la testimonianza (anch’essa filmata) di una cooperante italiana appena rientrata da Gaza. Per non parlare dell’ospedale st.Joseph di Gerusalemme: ho ancora davanti agli occhi gli sguardi spenti dei visi, dei corpi martoriati dei bambini provenienti da Gaza.

Quali sono le notizie che le arrivano da quel territorio?

Oggi le bombe si sono fermate ma le case restano distrutte, non c’è acqua, energia elettrica, assistenza sanitaria e tante bombe ancora da sminare.
E soprattutto non si ferma l’apartheid. Spero che la Mogherini, ora che è Commissario europeo, riesca ad imporre una forza d’interposizione internazionale per arrivare all’unica soluzione giusta per quella terribile terra una volta santa: due stati per due popoli.

Ritorna in Italia, siamo sempre nel mese di agosto, arriva al carcere di Rossano, nel Cosentino e anche qui i suoi occhi vedono quello che nessuno vorrebbe vedere…

È vero. Sono capitata per caso in quel carcere per verificare lo stato di salute e psicologico di un detenuto che avevo incontrato nel carcere di Catanzaro, che era stato 40 giorni in sciopero della fame, e che senza motivo era stato trasferito dalla sera alla mattina a Rossano. Sono andata tranquilla, ma senza preavviso, come è nelle mie prerogative di parlamentare. Prerogative che nascono proprio dalla necessità di verificare che siano rispettate le condizioni umanitarie previste dai regolamenti europei. Tranquilla perché mi avevano sempre parlato di Rossano come di un carcere modello! Altro che modello, invece. Peggio della Palestina! Sono stata solo nel reparto isolamento è lì ho visto una condizione che mai avrei immaginato in un paese moderno e democratico. Detenuti reclusi in celle senza nessun mobile, nessuna suppellettile, nemmeno un letto, una sedia, un tavolo. Costretti a dormire per terra, mangiare per terra, sporcare per terra. Con quale motivazione? Ha tentato il suicidio, ha tentato l’evasione, ha protestato per la sua condizione. Incredibile! Oltre il reato, insieme alla pena, c’è l’uomo e i suoi diritti elementari ad un’esistenza dignitosa anche in carcere.

Dopo la sua visita cos’è cambiato all’interno della struttura penitenziaria?

Per fortuna, grazie alla sensibilità del ministro Orlando e dei suoi uffici, nel giorno di pochi giorni nonostante fossimo a metà agosto, è stata inviata un’ispezione guidata dal dottor Cascini che ha potuto rendersi conto direttamente di quello che avevo denunciato. Sono tornata io stessa dopo una decina di giorni e nonostante le giustificazioni un po’ grottesche sui motivi relativi alle condizioni disumane che avevo visto, improvvisamente nelle celle sono tornati letti, sedie e biancheria. La situazione più strutturale non è ancora risolta per cui penso nei prossimi giorni di presentare un’interrogazione puntuale su tutti gli scempi di quel carcere, come ho fatto finora, anche per gli altri carceri calabresi che ho visitato.

Ancora nel mese di agosto s’infiamma il dibattito all’interno del Pd tra cuperliani e renziani in vista delle regionali. Primarie sì, primarie no, si sarebbe potuto evitare questo spettacolo all’elettorato?

Premesso che non esistono più nè renziani nè cuperliani, ma piuttosto maggioranze e minoranze a livello regionale e nazionale. In particolare in Calabria la cosiddetta maggioranza che si ispirava a Renzi al congresso, non ha avuto il 51% dei voti alle Primarie, bensì il 48% per cui Magorno è stato eletto con uno scarto minimo di voti ( 154 su 300 membri) nell’assemblea regionale grazie all’apporto di soggetti diversi dalla cosiddetta area Renzi. Questa debole leadership di Magorno aveva già dato i suoi scarsi frutti alle elezioni amministrative quando, per non fare le primarie per scegliere un candidato a sindaco voluto da un’espressione popolare, abbiamo perso comuni importanti come Rende e Montalto. Lo stesso percorso avrebbe voluto per la Regione, invece, il 30 giugno, una delibera unanime dell’assemblea sanciva il percorso delle primarie, istituzionali o di coalizione, per il 21 settembre. Da quella data non c’è stata nessun altra decisione se non un mestare nel torbido da parte di chi facendo finta di volere le elezioni anticipate al 12 ottobre (impossibile!) voleva nei fatti far saltare il banco. Questo tentativo non è passato grazie alla tenuta complessiva di un partito che per fortuna esiste nonostante il segretario regionale

Lei l’ha scritto nero su bianco è Magorno che divide il centrosinistra, non solo il Pd. Crede davvero Il segretario regionale del suo partito abbia lavorato dietro le quinte da solo e per far saltare la candidatura di Mario Oliverio, oppure, è stata tutta volontà dei dirigenti romani?

Io credo che Magorno provi a tirare per la giacca ogni giorno i diversi dirigenti nazionali, compreso Renzi, prospettando una situazione calabrese del partito e del centrosinistra che è solo nella sua testa. Mario Oliverio ha solo un torto ( agli occhi di Magorno): far vincere il centrosinistra alle elezioni regionali sull’onda del successo delle primarie.

Che cosa pensa di Gianluca Callipo candidato alle Primarie dai renziani?

Bravo ragazzo, impegnato in una sfida improbabile. Già testato come amministratore. Non nasce un Renzi in ogni regione.

Da qui a dieci giorni la Stasi, come recita la sentenza del Tar, dovrà indire la data delle regionali…

A questo punto non si potrà più giocare rischiando che si voti a marzo.

Dopo Gaza, il carcere di Rossano, quale sarà la prossima mission di Enza Bruno Bossio?

Non ho mai mission specifiche ma solo una barra su cui adeguo la mia azione politica. Tutelare i diritti dei più deboli in qualunque situazione, innanzitutto in Calabria per giovani, precari, donne senza lavoro. Mettere al servizio di quelli a cui vengono negate le tutele più elementari il mio temporaneo potere e autorità che mi deriva dall’essere parlamentare della Repubblica.

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