Il Brasile non è solo il paese di Bolsonaro, è anche il Paese di Marielle Franco

Il Brasile è sicuramente un Paese pieno di contraddizioni, ma una cosa è certa: nel 2012, il 77% della popolazione si espresse a favore la criminalizzazione dell’omotransfobia, le persone transessuali possono cambiare sesso gratuitamente ed entrare a far parte di programmi di reinserimento sociale. Il Gay Pride di San Paolo è la più grande celebrazione LGBT del mondo, nel 2009 sono stati registrati 4milioni di partecipanti effettivi.
A differenza di Salvini, io ritengo immorale che un candidato alla presidenza di un Paese inneggi all’odio contro le persone #lgbt. La maggior parte dei crimini d’odio risultano commessi da membri delle forze dell’ordine, e dove per questo i cittadini hanno spesso ha paura di denunciare, anche quando la brutalità contro le lesbiche, ad esempio, assume spesso i tratti della violenza sessuale.
Il Brasile però non è solo il Paese di #goBolsonarogo, in cui Salvini riconosce un suo simile, ma anche quello di #Marielle Franco, l’attivista nera, gay, madre single e femminista assassinata il 14 marzo 2018 in cui ci riconosciamo noi tutti noi italiani antirazzisti.

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